Coglierò per te
l'ultima rosa del giardino,
la rosa bianca che fiorisce
nelle prime nebbie.
Le avide api l'hanno visitata
sino a ieri,
ma è ancora così dolce
che fa tremare.
E' un ritratto di te a trent'anni.
Un pò smemorata come tu sarai allora.
ATTILIO BERTOLUCCI
martedì 31 luglio 2007
lunedì 30 luglio 2007
LA MORTE MI CONFONDE
La morte mi confonde
ancora la morte mi confonde.
Lapillo o fuscello
io sono quello
che muta spola e spoglia
al sangue che veglia
ancora la morte mi confonde
alle coste,alle sponde
dove non sono:
alla rondine che di me muore
chiedo perdono.
RAFFAELE CARRIERI
ancora la morte mi confonde.
Lapillo o fuscello
io sono quello
che muta spola e spoglia
al sangue che veglia
ancora la morte mi confonde
alle coste,alle sponde
dove non sono:
alla rondine che di me muore
chiedo perdono.
RAFFAELE CARRIERI
domenica 29 luglio 2007
LE PAROLE TRA NOI LEGGERE
Le parole
tra noi leggère cadono.Ti guardo
in un molle riverbero,non so
se ti conosco;so che mai diviso
fui da te come accade in questo tardo
ritorno.Pochi istanti hanno bruciato
tutto di noi:fuorché due volti,due
maschere che s'incidono,sforzate,
di un sorriso.
EUGENIO MONTALE
in ricordo di LALLA ROMANO
tra noi leggère cadono.Ti guardo
in un molle riverbero,non so
se ti conosco;so che mai diviso
fui da te come accade in questo tardo
ritorno.Pochi istanti hanno bruciato
tutto di noi:fuorché due volti,due
maschere che s'incidono,sforzate,
di un sorriso.
EUGENIO MONTALE
in ricordo di LALLA ROMANO
sabato 28 luglio 2007
LA ROSA NON E' ROSSA
La rosa non è rossa
è appena rosa-è senza
tinta se a tratti è scossa
dal sussulto della tua assenza
che non chiede colore
non misura distanza
-è soltanto dolore
in qualche angolo della stanza.
TOTI SCIALOJA
è appena rosa-è senza
tinta se a tratti è scossa
dal sussulto della tua assenza
che non chiede colore
non misura distanza
-è soltanto dolore
in qualche angolo della stanza.
TOTI SCIALOJA
venerdì 27 luglio 2007
AL TELEFONO
La tua voce lontana
è solitudine
più che l'assenza.
Così videro il cielo
i sepolti
cielo bianco delle prigioni
cielo vietato dei ciechi
negato alla memoria.
LALLA ROMANO
è solitudine
più che l'assenza.
Così videro il cielo
i sepolti
cielo bianco delle prigioni
cielo vietato dei ciechi
negato alla memoria.
LALLA ROMANO
giovedì 26 luglio 2007
ASPETTA LA TUA IMPRONTA
L'indifferenza è l'inferno senza fiamme.
Ricordalo scegliendo
tra mille tinte il tuo fatale grigio.
Se il mondo è senza senso
tua è la vera colpa.
Aspetta la tua impronta
questa palla di cera.
MARIA LUISA SPAZIANI
Ricordalo scegliendo
tra mille tinte il tuo fatale grigio.
Se il mondo è senza senso
tua è la vera colpa.
Aspetta la tua impronta
questa palla di cera.
MARIA LUISA SPAZIANI
mercoledì 25 luglio 2007
LA LUCE HA LA TUA STATURA
La luce ha la tua statura
e regge il gesto
precisa,anche la pietra
dà il petto al sole.
La tua voce questa mattina
ci cresce nelle ossa,
in questo sangue
che si ordina come le foglie,
e il giorno prende in terra
misura dal tuo passo.
LEONARDO SINISGALLI
(da"Vidi le muse",ed.Mondadori)
e regge il gesto
precisa,anche la pietra
dà il petto al sole.
La tua voce questa mattina
ci cresce nelle ossa,
in questo sangue
che si ordina come le foglie,
e il giorno prende in terra
misura dal tuo passo.
LEONARDO SINISGALLI
(da"Vidi le muse",ed.Mondadori)
martedì 24 luglio 2007
NULLA DI CIO' CHE ACCADE E NON HA VOLTO
Nulla di ciò che accade e non ha volto
e nulla che precipiti puro,immune da traccia,
percettibile solo alla pietà
come te mi significa la morte.
Il vento ricco oscilla corrugato
sui vetri,finge estatiche presenze
e un oriente bianco s'esala
nei quadrivi di febbre lastricati.
Dalla pioggia alle candide schiarite
si levano allo sguardo variopinto
blocchi d'aria in festevoli distanze.
Apparire e sparire è una chimera.
E' questa l'ora tua,è l'ora di quei re
sismici il cui trono è il movimento,
insensibili se non al freddo di morte
che lasciano nel sangue all'improvviso.
Loro sede fulminea è qualche specchio
assorto nella sera,ivi s'incontrano,
ivi si riconoscono in un battito.
Sei certa ed ingannevole,è vano ch'io ti cerchi,
ti persegua di là dai fortilizi,
dalle guglie riflesse negli asfalti,
nei luoghi ove l'amore non può giungere
né la dimenticanza di se stessi.
MARIO LUZI
(da"Poesie sparse")
e nulla che precipiti puro,immune da traccia,
percettibile solo alla pietà
come te mi significa la morte.
Il vento ricco oscilla corrugato
sui vetri,finge estatiche presenze
e un oriente bianco s'esala
nei quadrivi di febbre lastricati.
Dalla pioggia alle candide schiarite
si levano allo sguardo variopinto
blocchi d'aria in festevoli distanze.
Apparire e sparire è una chimera.
E' questa l'ora tua,è l'ora di quei re
sismici il cui trono è il movimento,
insensibili se non al freddo di morte
che lasciano nel sangue all'improvviso.
Loro sede fulminea è qualche specchio
assorto nella sera,ivi s'incontrano,
ivi si riconoscono in un battito.
Sei certa ed ingannevole,è vano ch'io ti cerchi,
ti persegua di là dai fortilizi,
dalle guglie riflesse negli asfalti,
nei luoghi ove l'amore non può giungere
né la dimenticanza di se stessi.
MARIO LUZI
(da"Poesie sparse")
lunedì 23 luglio 2007
ALLA LUNA HO CHIESTO
Anche alla luna ho chiesto
come sei?
Come te-mi ha risposto-
Mostro una faccia
e tutto il resto è oscuro.
MARIA DE LORENZO
(da"Diario d'utopia")
come sei?
Come te-mi ha risposto-
Mostro una faccia
e tutto il resto è oscuro.
MARIA DE LORENZO
(da"Diario d'utopia")
domenica 22 luglio 2007
IO TI VEDRO' DOMANI
Io ti vedrò domani
e domani è una promessa
che ritarda il mattino
un giorno senza data
un luogo dannato
una volubile certezza.
Domani è un favore
accordato all'attesa
la vita che si risparmia
un detto,un gioco perfetto
è un paese ove non si giunge
viaggiando tutta la vita.
LIBERO DE LIBERO
e domani è una promessa
che ritarda il mattino
un giorno senza data
un luogo dannato
una volubile certezza.
Domani è un favore
accordato all'attesa
la vita che si risparmia
un detto,un gioco perfetto
è un paese ove non si giunge
viaggiando tutta la vita.
LIBERO DE LIBERO
venerdì 20 luglio 2007
NON
Non mi lasciare solo se io
ti lascio sola
e intorno a te la luce
è quella che fa piangere
dei giorni ordinari,
non allontanarti con passo
fiducioso in direzione
dell'estate e non
considerare rassegnata
la fatalità delle averse e del sole,
non acquistare viole in prossimità della casa.
ATTILIO BERTOLUCCI
ti lascio sola
e intorno a te la luce
è quella che fa piangere
dei giorni ordinari,
non allontanarti con passo
fiducioso in direzione
dell'estate e non
considerare rassegnata
la fatalità delle averse e del sole,
non acquistare viole in prossimità della casa.
ATTILIO BERTOLUCCI
giovedì 19 luglio 2007
GLI ERRORI UMANI
Tutti gli errori umani
sono impazienza
una prematura interruzione
dela metodicità.
FRANZ KAFKA
sono impazienza
una prematura interruzione
dela metodicità.
FRANZ KAFKA
mercoledì 18 luglio 2007
ASSENZA
Assenza,
più acuta presenza,
vago pensier di te
vaghi ricordi
turbano l'ora calma
e il dolce sole.
Dolente il petto
ti porta,
come una pietra
leggera.
ATTILIO BERTOLUCCI
più acuta presenza,
vago pensier di te
vaghi ricordi
turbano l'ora calma
e il dolce sole.
Dolente il petto
ti porta,
come una pietra
leggera.
ATTILIO BERTOLUCCI
martedì 17 luglio 2007
SVEGLIAMI,TI PREGO
Svegliami,ti prego,succede ancora
d'implorare in un sogno a questa tenera
età,aiutami, fà che non sia vera
l'oscena materia del buio.Sfiora
allora davvero una mano il mio
corpo assiderato e di colpo so
d'averti chiamata e che non saprò
più niente.
GIOVANNI RABONI
(da"Quare tristis",ed.Garzanti)
d'implorare in un sogno a questa tenera
età,aiutami, fà che non sia vera
l'oscena materia del buio.Sfiora
allora davvero una mano il mio
corpo assiderato e di colpo so
d'averti chiamata e che non saprò
più niente.
GIOVANNI RABONI
(da"Quare tristis",ed.Garzanti)
lunedì 16 luglio 2007
QUARE TRISTIS
Quare tristis-perché
sempre,nella veglia e nel sonno,
nell'omissione e nell'adempimento,
l'anima ci fa così male?
Noi che la custodiamo
senza amarla,senza conoscerla
nella gabbietta dele nostre ossa
come il vetro d'una lanterna
custodisce la fiamma
sappiamo soltanto che è lei,
lei che non ha né tendini né sangue,
la compagna più sanguinosa.
Tu come lei invisibile
proteggici dal suo silenzio,
fà che sentiamo in tempo la sua voce.
GIOVANNI RABONI
(da"Quare tristis",ed.Garzanti)
sempre,nella veglia e nel sonno,
nell'omissione e nell'adempimento,
l'anima ci fa così male?
Noi che la custodiamo
senza amarla,senza conoscerla
nella gabbietta dele nostre ossa
come il vetro d'una lanterna
custodisce la fiamma
sappiamo soltanto che è lei,
lei che non ha né tendini né sangue,
la compagna più sanguinosa.
Tu come lei invisibile
proteggici dal suo silenzio,
fà che sentiamo in tempo la sua voce.
GIOVANNI RABONI
(da"Quare tristis",ed.Garzanti)
sabato 14 luglio 2007
LA CURVA
La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
FERNANDO PESSOA
(da"Una sola moltitudine")
morire è solo non essere visto.
FERNANDO PESSOA
(da"Una sola moltitudine")
OMBRA FERITA
Ombra ferita,anima che vieni
zoppicando,strisciando dal tuo fioco
asilo a cercare nei sogni il poco
che rosicchio per te all'andirivieni
dei risvegli e degli incubi,agli osceni
cortei delle sciarade,così poco
che qualche volta quando arrivi il fuoco
è già spento,divelte le imposte,pieni
di insulsi intrusi o infidi replicanti
l'immensità della cucina,il banco
di scuola,il letto,dammi tempo,non
svanire,il tempo di chiudere i tanti
conti vergognosi in sospeso con
loro prima di stendermi al tuo fianco.
GIOVANNI RABONI
(da"Ogni terzo pensiero",Garzanti)
zoppicando,strisciando dal tuo fioco
asilo a cercare nei sogni il poco
che rosicchio per te all'andirivieni
dei risvegli e degli incubi,agli osceni
cortei delle sciarade,così poco
che qualche volta quando arrivi il fuoco
è già spento,divelte le imposte,pieni
di insulsi intrusi o infidi replicanti
l'immensità della cucina,il banco
di scuola,il letto,dammi tempo,non
svanire,il tempo di chiudere i tanti
conti vergognosi in sospeso con
loro prima di stendermi al tuo fianco.
GIOVANNI RABONI
(da"Ogni terzo pensiero",Garzanti)
venerdì 13 luglio 2007
SFAVOREVOLE AGLI ADDII
Sii prudente,la tua vita apri
solo a venti che portano carezza
di lontananza.Sopporta la mancanza,la voce
alza solo in notti di solitudine.Sappi
il giorno,il tempo giusto,l'attimo,e non
incalzare.Volgiti a ciò che tace.L'ombra che giace
sotto il guscio di carne sappi benedire,non
nasconderti dietro le parole.Siedi con sapienza
di verme,raziocinio di lombrico.Non aspettare.
NATAN ZACH
solo a venti che portano carezza
di lontananza.Sopporta la mancanza,la voce
alza solo in notti di solitudine.Sappi
il giorno,il tempo giusto,l'attimo,e non
incalzare.Volgiti a ciò che tace.L'ombra che giace
sotto il guscio di carne sappi benedire,non
nasconderti dietro le parole.Siedi con sapienza
di verme,raziocinio di lombrico.Non aspettare.
NATAN ZACH
MADRE,CONVINCITI
Madre,convinciti,è sera
come le altre,
ci faremo l'uno all'altra luce,
ora,fra poco,
dovrò pur ritrovarla la lampada
...era qui
solo un eterno fa:
il gioco
sta per ricominciare:nessuna
assenza,manchi solo tu,
ma è questo tuo mancare la presenza
massima,luce semplicemente
intessuta di luce diversa
...sarà allora
che ci vedrà insieme il duetto,e ne saremo
insieme l'abisso,
un oceano senza confini,quell'oceano.
ALBERTO BEVILACQUA
(da:"Tu che mi ascolti",Einaudi,2005)
come le altre,
ci faremo l'uno all'altra luce,
ora,fra poco,
dovrò pur ritrovarla la lampada
...era qui
solo un eterno fa:
il gioco
sta per ricominciare:nessuna
assenza,manchi solo tu,
ma è questo tuo mancare la presenza
massima,luce semplicemente
intessuta di luce diversa
...sarà allora
che ci vedrà insieme il duetto,e ne saremo
insieme l'abisso,
un oceano senza confini,quell'oceano.
ALBERTO BEVILACQUA
(da:"Tu che mi ascolti",Einaudi,2005)
giovedì 12 luglio 2007
SI SOLLEVANO GLI ANNI
Si sollevano gli anni alle mie spalle
a sciami.Non fu vano,è questa l'opera
che si compie ciascuno e tutti insieme
i vivi i morti,penetrare il mondo
opaco lungo vie chiare e cunicoli
fitti d'incontri effimeri e di perdite
o d'amore in amore o in uno solo
di padre in figlio fino a che sia limpido.
E detto questo posso incamminarmi
spedito tra l'eterna compresenza
del tutto nella vita nella morte,
sparita nella polvere o nel fuoco
se il fuoco oltre la fiamma dura ancora.
MARIO LUZI
a sciami.Non fu vano,è questa l'opera
che si compie ciascuno e tutti insieme
i vivi i morti,penetrare il mondo
opaco lungo vie chiare e cunicoli
fitti d'incontri effimeri e di perdite
o d'amore in amore o in uno solo
di padre in figlio fino a che sia limpido.
E detto questo posso incamminarmi
spedito tra l'eterna compresenza
del tutto nella vita nella morte,
sparita nella polvere o nel fuoco
se il fuoco oltre la fiamma dura ancora.
MARIO LUZI
mercoledì 11 luglio 2007
11 FEBBRAIO 1946
Cercavo te nelle stelle
quando le interrogavo bambino.
Ho chiesto te alle montagne,
ma non mi diedero che poche volte
solitudine e breve pace.
Perché mancavi,nelle lunghe sere
meditai la bestemmia insensata
che il mondo era uno sbaglio di Dio,
io uno sbaglio nel mondo.
E quando,davanti alla morte,
ho gridato di no da ogni fibra,
che non avevo ancora finito,
che troppo ancora dovevo fare,
era perché mi stavi davanti,
tu con me accanto,come oggi avviene,
un uomo una donna sotto il sole.
Sono tornato perché c'eri tu.
PRIMO LEVI
quando le interrogavo bambino.
Ho chiesto te alle montagne,
ma non mi diedero che poche volte
solitudine e breve pace.
Perché mancavi,nelle lunghe sere
meditai la bestemmia insensata
che il mondo era uno sbaglio di Dio,
io uno sbaglio nel mondo.
E quando,davanti alla morte,
ho gridato di no da ogni fibra,
che non avevo ancora finito,
che troppo ancora dovevo fare,
era perché mi stavi davanti,
tu con me accanto,come oggi avviene,
un uomo una donna sotto il sole.
Sono tornato perché c'eri tu.
PRIMO LEVI
martedì 10 luglio 2007
La gente perfetta
Io non amo la gente perfetta
quelli che non sono mai caduti,
che non hanno mai inciampato.
A loro non è svelata la bellezza della vita.
BORIS PASTERNAK (Premio Nobel per la letteratura 1958)
quelli che non sono mai caduti,
che non hanno mai inciampato.
A loro non è svelata la bellezza della vita.
BORIS PASTERNAK (Premio Nobel per la letteratura 1958)
lunedì 9 luglio 2007
Le stelle assenti
e le stelle assenti,
e non un Dio nella sera d'amore di viola:
ma tu nella sera d'amore di viola:
ma tu chinati gli occhi di viola,
tu ad un ignoto cielo notturno
che avevi rapito una melodia di carezze.
DINO CAMPANA(da"Canti orfici")
e non un Dio nella sera d'amore di viola:
ma tu nella sera d'amore di viola:
ma tu chinati gli occhi di viola,
tu ad un ignoto cielo notturno
che avevi rapito una melodia di carezze.
DINO CAMPANA(da"Canti orfici")
Iscriviti a:
Post (Atom)