sabato 19 gennaio 2008

GRAZIE PER LA PAROLA

Grazie per la parola

che ancora accendi nel mio cuore,

per quel raggio che dal bene

hai ricevuto in dono

e che nel mio abbandono

lasci che nasca

come fosse grano in un deserto,

per quella tua bellezza,

per l'orma divina del tuo sguardo,

per quella tua dolcezza che vorrei baciare

come si bacia l'innocenza,

inginocchiato davanti alla tua anima

quando una lieve ombra

la lascia affiorare sulla carne,

per quello che chiami il tuo peccato,

per il tremore che turba la tua voce

quando mi dici l'indicibile

e lasci l'impronta dell'amore

in questo cuore arato.


ROBERTO CARIFI

martedì 20 novembre 2007

RICEVO DA TE

Ricevo da te questa tazza

rossa per bere ai miei giorni

uno ad uno

nelle mattine pallide,le perle

della lunga collana della sete.

E se cadrà rompendosi,distrutto,

io,dalla compassione,

penserò a ripararla,

per proseguire i baci ininterrotti.

E ogni volta che il manico

o l'orlo si incrineranno

tornerò ad incollarli

finché il mio amore non avrà compiuto

l'opera dura e lenta del mosaico.


VALERIO MAGRELLI

(da"Nature e venature",Mondadori,1987)

martedì 13 novembre 2007

IL TACERE

Ferite più fonde che a me

inflisse a te il tacere,

stelle più grandi

ti tramano nella tela dei loro sguardi,

più bianca cenere

si posi sulla parola,cui credesti.


PAUL CELAN

(dalla poesia"L'altro")

giovedì 8 novembre 2007

NON CI SONO

Non ci sono

Campanelli

Nella tua voce

Né ruscelli

Nelle tue mani.


Non ci sono

Più specchi

Nei tuoi silenzi

Né grotte

Nei tuoi capelli.

RAFFAELE CARRIERI

(da"Poesie scelte")

domenica 4 novembre 2007

L'APPRODO

Felice l'uomo che ha raggiunto il porto,

che lascia dietro di sé mari e tempeste,

i cui sogni sono morti o mai nati,

e siede a bere all'osteria di Brema,

presso al camino,e ha buona pace.

Felice l'uomo come una fiamma spenta,

felice l'uomo come fiamma d'estuario,

che ha deposto il carico e si è tersa la fronte,

e riposa al margine del cammino.

Non teme,né spera né aspetta,

ma guarda fisso il sole che tramonta.


PRIMO LEVI

sabato 3 novembre 2007

CHI MI CAMMINA DENTRO

Chi mi cammina dentro

e orme lascia di fuga?

Chi rimuove l'antica collera,

chi brucia,chi mi fruga?

Chi si serve del mio piede

e attraversa la strada

non mia?

Chi l'amico percuote

con la mia buona mano?

Frammenti d'altre vite,

memorie di peccati

antichi io mi porto.


RAFFAELE CARRIERI

martedì 30 ottobre 2007

IO TI VEDRO' DOMANI

Io ti vedrò domani

e domani è un promessa

che ritarda il mattino

un giorno senza data

un luogo dannato

una volubile certezza.

Domani è un favore

accordato all'attesa

la vita che si risparmia

un detto,un gioco perfetto

è un paese ove non si giunge

viaggiando tutta la vita.


LIBERO DE LIBERO

domenica 28 ottobre 2007

PARABOLA

Se tu vorrai sapere

chi nei miei giorni sono stato,questo

di me ti potrò dire.

A una sorte mi posso assomigliare

che ho veduta nei campi:

l'uva che ai ricchi giorni di vendemmia

fu trovata immatura

ed i vendemmiatori non la colsero

e che poi nella vigna

smagrita dalle pene dell'inverno

non giunta alla dolcezza

non compiuta la macerano i venti.

FRANCO FORTINI

(da"Poesie scelte")

giovedì 25 ottobre 2007

IL NOME

E adesso che sai fare il tuo nome

in bella scrittura,

non avere premura

di metterlo dappertutto,

non graffiarlo col carbone,col mattone

sui muri delle scale,

sugli alberi del viale,sui chiusini,

sui busti dei letterati e patrioti

che fanno la guardia ai giardini

con le barbe di marmo e gli occhi vuoti.

Soldati e scolari in libera uscita

si firmano sulla spada di Garibaldi,

sul cavallo di Anita.

Tu non lo fare.Il nome

è una moneta preziosa:

per le cose da poco non la spendere,

per oro e per argento non la vendere,

tienila sempre da conto

ma per le cose grandi

a gettarla sii pronto.

GIANNI RODARI

(da"Il secondo libro delle filastrocche,ed.Einaudi)

martedì 23 ottobre 2007

IL TERMINE(ultima poesia di Mario Luzi)

La vetta di quella scoscesa serpentina

ecco si approssimava,ormai era vicina,

ne davano un chiaro avvertimento i magri rimasugli

della tappa pellegrina su alla celestiale cima

poco sopra,alla vista,che spazio si sarebbe aperto

dal culmine raggiunto,immaginarlo già era beatitudine

concessa più a me che al suo desiderio,al suo tormento,

sì l'immensità,la luce,ma quiete vera ci sarebbe stata,

li avrebbe la sua impresa avuto il luminoso assolvimento

da se stessa nella trasparente spera

o nasceva una nuova impossibile scalata

questo temeva,questo desiderava.


MARIO LUZI